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Ninja Marketing
Ninja Marketing
Adele Savarese
Chief Content Officer Ninja Academy
www.ninjamarketing.it
Adele Savarese nasce a Los Angeles nel 1984, stessa annata dello spot "1984". Va a vivere ad Huntington Beach, detta Surf City USA, ed ogni venerdì va a Disneyland. Si trasferisce a Napoli a 5 anni e ama la pubblicità, ma ancora non lo sa. Tra il 2005 e il 2007 si laurea in Scienze della Comunicazione e si specializza in Comunicazione d'Impresa al Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove assiste diverse cattedre: Marketing, New Media, Linguaggi Crossmediali.
Dopo una breve esperienza in Nestlé ed una in Agrelli&Basta, agenzia pubblicitaria partenopea, lavora come consulente di marketing freelance per diversi brand: progetti di marketing esperienziale per Centostazioni (Gruppo FS), ricerche desk per Rai, strategie di social media per la Diocesi di Roma - che userà Twitter, per la prima volta nella storia, in occasione dell'evento di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Ha curato l'aggiornamento di "Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario... lei mi crede pianista in un bordello" - la celebre autobiografia di Jacques Séguéla. Oggi è managing editor di Ninja Marketing - il marketing magazine online più letto in Italia - e si occupa di business development per la social media company Viralbeat. Ama le arti visive, la danza, le ninfee bianche di Monet. I film di Oliver Stone, Instagram, Parigi, gli anni '70 e i gatti.
Ninja Marketing è un canale leader in Italia nell’informazione sul marketing, digitale, trend e comunicazione in Italia, noi stessi ne condividiamo spesso gli articoli sui nostri canali e abbiamo pensato di farle qualche domanda per capire cosa e come pensa un vero Ninja... del Marketing.
Enjoy!
Com'è nato Ninja Marketing e cosa è diventato oggi, a distanza di 13 anni?
Ninja Marketing nasce come blog-osservatorio sul marketing non convenzionale. Nel tempo i founder si sono accorti che l'audience era composta non solo da studenti, blogger ed appassionati di comunicazione ma anche da manager d'azienda e d'agenzia interessati a rinnovare le proprie energie e restare aggiornati in un mercato sull'orlo della rivoluzione. Oggi è desueto parlare di non convenzionale, guerrilla, anche di viral per certi versi.. e sono i social media e la disciplina del marketing digitale a rappresentare la nuova cresta dell'onda. Ninja Marketing è oggi un punto di riferimento per innovatori digital, una media company parte della piattaforma di Professional Empowerment insieme a Ninja Academy, la nostra scuola di formazione.
È un canale pensato e rivolto solo per gli esperti di settore oppure...?
È rivolto a chiunque voglia avvicinarsi al mondo digitale: i contenuti che pubblichiamo rientrano nei filoni Business, Social, Tech e Life.
Come sei diventata una Ninja Marketing e cosa serve secondo te per diventarlo?
Ho inviato la candidatura attraverso amici in comune con i founder, Alex e Mirko. Ho iniziato come tutti, da contributor, per poi diventare editor, editor in chief e oggi Chief Content Officer di Ninja Academy. Cosa è servito a me:
- Affinare sempre di più la curiosità per un certo tipo di notizia e saperla tradurre in una linea editoriale distintiva
- Ripensare sempre ai modi migliori per fare le cose, rifiutando la politica "si è sempre fatto cosí"
- Il forte senso di appartenenza ad una tribù che vuole far evolvere il modo in cui si lavora e si studia nel marketing.
Quanto hanno influito l'utilizzo dei Social per il successo di Ninja Marketing?
L'audience Ninja si aspetta sempre da noi un certo standard di comunicazione. Abbiamo attraversato diverse fasi di presenza sui social, se consideri che abbiamo sia Ninja Marketing che Ninja Academy come presidi da gestire. I nostri fan, dicevo, si aspettano aggiornamento, originalità ed empatia con lo stile di vita digital: pubblicando i nostri articoli, copywriting challenge e contenuti dedicati ai professionisti del digital abbiamo coltivato una relazione social con oltre 130.000 tra friends, fan e followers.
Come speri Ninja Marketing sia utile ad un'agenzia di comunicazione come nostra?
Nell'aggiornamento continuo, nell'ispirazione e nella trasmissione di framework, strumenti, template e casi di studio concretamente utili nella quotidianità lavorativa!
Che cosa ne pensi delle aziende che, magari per mancanza di fondi, non investono in maniera seria, sia in stipendi aggiuntivi, sia in tempo, nei social media e richiedono a dei dipendenti esistenti di improvvisarsi? È un atteggiamento potenzialmente di successo o destinato a essere penalizzante?
Quello che può fare la differenza, una volta che il top management è convinto del ruolo strategico dei social, è un approccio sperimentale basato su uno studio reale della disciplina. L'improvvisazione è tale anche in presenza di grandi budget ;)
Parlando di linguaggio, che consigli daresti ad un'azienda alla ricerca del proprio nel mondo social?
Consiglio di analizzare il linguaggio e i valori del proprio mercato per ottenere insight utili. Non bisogna peró dimenticare che il linguaggio usato sui social dev'essere coerente con quello utilizzato sui media tradizionali.
Si parla molto di vanity metrics questi ultimi mesi, like, commenti sono tra i primi imputati, che cosa ne pensi del loro peso sulle profili? Sono sempre protagonisti per avere engagement oppure?
Ciò che conta non sono le metriche a sé stanti ma il loro collegamento o meno con gli obiettivi di business. Ogni fan fa parte di un funnel di conversione la cui lunghezza dipende, appunto, da un obiettivo di business. Spesso il like, se ben gestito, si converte in nuovo cliente :)
Tu sei nata a Los Angeles, l'America è sicuramente promotrice di molti trend poi adottati dal mondo intero, inclusa l'Italia. Parlando di marketing, in cosa credi lo scenario Italiano sia ancora arretrato e in cosa invece pensi sia all'avanguardia?
Penso l'Italia possa sperimentare di più con l'automation - una frontiera molto interessante per aziende ed agenzie di ogni dimensione. Ha invece una posizione di vantaggio in quanto a creatività della comunicazione; non a caso il creativo pubblicitario più premiato a Cannes è italiano!
Come vedi evolversi il futuro del marketing? Sarà sempre più social oppure?
Sempre più automatizzato, predittivo, matematico. Dai Mad Men ai Math Men, il marketing sta iniziando ad arricchirsi di competenze di programmazione in grado di unire la potenzialità del tech alle strategie di business.
Com'è stato intervistare il figlio di Pablo Escobar di persona e come siete arrivati a lui?
Una delle gratificazioni professionali più forti: ho studiato giorno e notte la sua storia per arrivare il più possibile preparata. Lo studio ripaga sempre: a fine intervista, che ho condotto col mio compagno Luca, ci ha detto che tra le migliaia di domande che gli hanno fatto in giro per il mondo ben poche erano come le nostre. Siamo arrivati a lui semplicemente grazie a Newton Compton, la casa editrice dei suoi due libri, che ha contattato Ninja Marketing per coinvolgerci ad un evento di presentazione a Roma.
Tornando al marketing, si riesce a lavorare bene in questo settore in Italia? Prima di rispondere, rubiamo e ti facciamo una domanda che hai fatto tu stessa a Philip Kotler, padre del marketing moderno: "Adele, puoi suggerire ai giovani studenti di marketing tre città in cui costruire la loro carriera?"
Certo e per fortuna il marketing italiano si sta, coi suoi tempi, innovando e digitalizzando. Mi piacerebbe vedere più talenti impegnarsi nella promozione del territorio, del turismo e degli asset "soft" per cui l'Italia è (o dovrebbe essere) insuperata al mondo.
Un'azienda che ammiri per l'uso dei social e in generale del marketing e perché?
Maersk, la compagnia di shipping globale. Perché ogni giorno dimostrano che anche nei settori più difficili e "sterili" da raccontare si possono creare best practice di marketing digitale, social media management e storytelling. Vi invito a studiare il loro ecosistema social e la loro capacitá di differenziare piani editoriali e linguaggi a seconda della piattaforma, pur mantenendo valori di fondo sempre coerenti.
Ultima domanda: Instagram o Snapchat e perché?
Instagram, sono troppo anziana per Snapchat. Con un caveat però: non mi sono particolarmente simpatiche le Stories... raramente le guardo e le creo!
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