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Persone Percorsi Progetti
Persone Percorsi Progetti
Cristiana Colli
Consulente Culturale & Direttore Rivista Mappe
www.mappelab.it
Come nasce il progetto MAPPE?
Mappe è l’evoluzione del Progetto Progetti, voluto da Vittorio Gagliardini quasi trent’anni fa come investimento sulla comunità del progetto marchigiani e adriatico. L’idea originaria, che peraltro si mantiene e semplicemente si articola e si sviluppa in modalità incrementale, è quella di valorizzare le filiere progettuali produttive e di servizio legate al costruire e all’abitare. Con questo spirito si sono inventate modalità diverse di dialogo con le comunità territoriali, le reti culturali e creative, i network associativi, le istituzioni, e con tutti quei soggetti che avevano con noi analogie, o un sentire comune.
In che modo un evento come Demanio Marittimo crea valore diffuso per territorio e comunità?
Demanio Marittimo da molto tempo non è più soltanto un evento del network Mappelab ma un valore aggiunto territoriale. La terzietà che abbiamo perseguito con la creazione dell’associazione e con un’infrastruttura di relazioni sempre più inclusiva dimostra quanto siamo realmente aperti all’Adriatico nella sua estensione ed espansione, lontani da una qualsiasi anacronistica idea di autosufficienza. Demanio è di tanti, ed è di tutti quelli che condividono una certa idea di sviluppo territoriale e una certa lettura della città adriatica. Non è un caso che dopo 11 anni di Demanio quest’anno si sia alzata l’asticella della riflessione e che l’Associazione, in partnership con il Comune di Senigallia e l’Università di Camerino, sia stata scelta tra i 40 progetti vincitori del Bando Creative Living Lab del MInistero della Cultura - su circa 1600 candidature - per un programma di rigenerazione a base culturale della frazione di Marzocca. Demanio è stato il dispositivo di una innovativa valorizzazione e oggi possiamo dire che Marzocca ambisce a diventare un laboratorio territoriale, una particella della città adriatica fatta di peculiarità e unicità ma nell’ambito di una dimensione morfologica che si ripete. Nel dialogo tra assi infrastrutturali, dialoghi tra costa ed entroterra, funzioni metropolitane diffuse. Un paradigma di terra anfibia in metamorfosi, come direbbe il geografo Franco Farinelli.
Perché una piattaforma digitale?
Perché non può essere altrimenti, e non per le contingenze figlie della pandemia ma per lo spirito del tempo che ci sfida e ci obbliga. La dimensione digitale, piaccia o no, non è eludibile, non come tecnicismo ma come desiderio di connessione, come immaginario, come immanenza nella vita delle persone e dell’ecosistema. Tutto questo ha un' intrigante dimensione progettuale, e anche poetica, format potenziali che nella dimensione digitale sviluppano coerenza e pertinenza. Naturalmente è una prospettiva non per forza intuitiva e per niente semplice, soprattutto se si vuole uscire dalle retoriche mainstream. Online e offline, insieme, indietro non si torna.
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