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ZAM - Nuovo Polo Culturale Multifunzionale
ZAM - Nuovo Polo Culturale Polifunzionale
La riqualificazione e il recupero dello storico edificio che ha ospitato la prima “Zecca d’Italia” diventa realtà, proprio oggi, grazie al progetto di valorizzazione presentato dal gruppo guidato dallo Studio Atelier(s) Alfonso Femia.
Il progetto di riqualificazione prevede la nascita di un polo culturale, unico nel suo genere, a vocazione museale, per custodire al meglio le risorse artistiche del patrimonio nazionale numismatico e la sezione di archeologia industriale. Ma sarà al contempo un luogo di formazione e promozione per i “mestieri d’arte”, più accogliente per la preziosa tradizione della Scuola dell’Arte della Medaglia, attiva nell’edificio sin dall’inaugurazione, nel 1911.
Gli obiettivi del progetto
Il primo obiettivo è quello di riqualificare e ristrutturare l’edificio esistente, nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, tutelandone i caratteri originari risalenti alla prima metà del ‘900. Con uno sguardo però rivolto al futuro, grazie all’utilizzo di innovativi materiali capaci di rivitalizzare spazi ricchi di storia e valore, un contributo alla crescita della qualità del contesto cittadino e sociale dello storico Rione Esquilino.
Il secondo obiettivo è quello di costruire un sistema identitario nuovo, in grado di raccontare valori, attività, storia e cultura che questo importante edificio storico porta con sé e porterà con sé negli anni a venire. Nel gruppo di lavoro, proprio per rispondere a questa importante necessità, l’agenzia di comunicazione Tonidigrigio ha contribuito immaginando e realizzando un sistema identitario forte e una strategia di comunicazione integrata. Per fare questo, un team di grafici e creativi, affiancato da Chiara Mortaroli e Mauro Mortaroli e dall’azienda Videoworks che ha curato il progetto multimediale.
Il progetto raccontato
Nella sua interezza, il progetto illustrato propone un restauro totale e in chiave contemporanea dell’edificio, in accordo con una riutilizzazione funzionale degli spazi interni, rispettando la salvaguardia degli elementi identitari che caratterizzavano l’impianto volumetrico esistente e il carattere industriale degli ambienti, per dare adeguata dimora alle grandi macchine per la lavorazione delle monete e al sistema impiantistico a vista che il progetto mantiene intatto.
Se siete curiosi e volete saperne di più vi lasciamo il link del progetto raccontato sul nostro sito e una breve intervista, che siamo sicuri potranno darvi nuovi spunti e punti di vista.
Per il progetto, clicca qui: ZAM - Zecca | Arti | Mestieri
Intervista a Tonidigrigio
Perché un'agenzia come Tonidigrigio ha deciso di cogliere la sfida ed entrare nel team di Studio Atelier(s) Alfonso Femia?
Tonidigrigio da sempre costruisce reti di persone e le reti di persone il più delle volte sono moltiplicatore di opportunità. In questo caso l’opportunità viene da una nostra collaborazione importante con Chiara Mortaroli che, intercettata la possibilità di poter collaborare con un team così profilante, ci ha proposto di farlo insieme, e noi abbiamo accettato e siamo molto felici di averlo fatto.
Un team di giovani creativi, com'è stato lavorare a un progetto così importante?
Per poter lavorare a un progetto così importante siamo dovuti innanzitutto entrare in risonanza. La volontà era univoca ovvero quella di andare in un posto, indagare che ruolo avesse avuto quel posto in un contesto storico e socio-economico in funzione del proprio quartiere e della collettività ad esso connessa, e riuscire a ripensarlo senza rinnegare quello che è stato, ponendolo però nella condizione di potersi relazionare in maniera più naturale e più proficua con la contemporaneità. Quindi Il primo passo è stato quello dell’ascolto, per entrare in relazione con il team di lavoro che aveva già avviato questo processo.
E il progetto, in cosa consiste?
Il progetto ha sviluppato due direttrici di senso entrambe fortemente riconducibili alle funzioni, ben precise, che caratterizzavano questo luogo: quella di coniare monete e quella di stampare banconote. Ancora oggi la Scuola dell’Arte della Medaglia è una delle principali accademie al mondo per quanto riguarda la coniatura delle medaglie, basti pensare alle medaglie che vediamo, ad esempio, ai Giochi Olimpici.
C'è una storia molto profonda, ma è una storia così profonda da essere ancora oggi estremamente attuale e contemporanea. Quindi quello che abbiamo cercato di attuare è una dinamica di restituzione: quello che è a disposizione dell’immaginario collettivo, ma che nel tempo si è chiuso all’interno di un perimetro di un edificio, che poi si è trasferito in altri luoghi, oggi vuole recuperare quell’immaginario riportandolo all’interno del luogo che lo aveva generato.
Foto Credits: Studio Atelier(s) Alfonso Femia
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