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Audiolibri e Accessibilità: alla ricerca di uno standard
Audiolibri e Accessibilità: alla ricerca di uno standard
Giuseppe Di Grande
Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa
www.digrande.it
Premesse
Stiamo assistendo alla grande espansione del mercato dedicato agli audiolibri. Un mercato non nuovo, ma che con l’ingresso di grandi player internazionali, come Audible e Storytel, mai come ora aveva avuto un popolarità così forte. Il mercato, già in crescita, è destinato a crescere ancora a livello esponenziale secondo le più recenti analisi e trend di mercato.Come accade per i nuovi prodotti digitali, che sono destinati a un largo consumo da parte degli utenti a livello globale, si pone il problema della definizione di uno standard univoco. Attualmente la maggior parte degli audiolibri presenti nei principali Store, vengono distribuiti attraverso la piattaforma ACX offerta da Amazon, Che però non rappresenta di per sé è uno standard ma più che altro una modalità di organizzazione di una sequenza di file audio corredati da alcuni metadati generali della pubblicazione. Per quanto riguarda la possibilità di ascoltare come audio un contenuto scritto, in realtà uno standard internazionale esiste già, ed è lo standard Daisy (Digital Accessible Information System), promosso sin dal 1996 è arrivato oggi e la sua versione 3 rilasciata nel 2005. Tale formato nasce con la precisa finalità di rendere fruibili prodotti editoriali sotto forma di audio a un pubblico di utenti non vedenti o comunque con disabilità visive o di apprendimento. Ne parliamo con Giuseppe Di Grande, programmatore, ideatore e sviluppatore del software Biblos, il principale Word Processor Accessibile utilizzato in più di ottanta paesi del mondo da privati, studenti, insegnanti, scuole e organizzazioni.
Giuseppe, grazie innanzitutto di aver accettato questo confronto, la prima cosa che vorrei chiederti riguarda quali sono le sostanziali differenze, sia da un punto di vista tecnologico che di funzionalità, dello standard Daisy rispetto a quelle attualmente utilizzate dagli audiolibri destinati al grande pubblico.
Grazie per l'opportunità di far conoscere il mondo degli audiolibri. La differenza tra Daisy e il resto degli audiolibri, commerciali o meno, è facile: gli audiolibri tradizionali sono prodotti costituiti da solo audio, o poco più. Per audio si intende le letture ad alta voce. Gli audiolibri commerciali hanno anche una copertina digitale e una descrizione, funzionale alla ricerca. Daisy invece è un formato aperto di audiolibro che può contenere audio e testo insieme. L'audiolibro Daisy possiede testo e audio sincronizzati, tanto che i lettori Daisy mostrano a schermo il testo man mano che l'audio è in riproduzione, un po' come un karaoke. La struttura di Daisy ha un grande vantaggio: gli audiolibri possono essere navigati come se fossero un libro cartaceo o un eBook, per esempio spostandosi di paragrafo in paragrafo o di pagina in pagina.
Pensi che questo standard abbia le caratteristiche per essere diffuso a tutti e quindi avere le possibilità di imporsi a livello globale come lo standard ufficiale per il mondo degli audiolibri, come è accaduto in passato per il formato ePub per l’editoria digitale? Se si, cosa è necessario, dal tuo punto di vista, per fare in modo che ciò accada?
Daisy ha tutte le carte in regola per essere lo standard universale di audiolibro. I formati però sono in veloce evoluzione. Daisy è un formato mantenuto e sviluppato da un consorzio internazionale costituitosi nel 1996. Le ultime specifiche del formato risalgono al 2005 (Daisy 3). Il solo formato Daisy è un formato a sé che ha fatto il suo tempo, e lo ha fatto decisamente bene (a parte in Italia dove non ha avuto molto seguito). Il Consorzio Daisy collabora attivamente da sempre allo sviluppo di ePub. L'esperienza della tecnologia Daisy è confluita nel formato ePub, incorporando in quest'ultimo caratteristiche di accessibilità che oggi lo rendono pronto per essere definito formato universale. Secondo la mia opinione, gli audiolibri Daisy, ma in questi ultimi anni possiamo anche azzardare di dire gli audiolibri ePub, hanno bisogno di due cose: strumenti di produzione e strumenti di fruizione. I primi per coloro che producono audiolibri, i secondi per i consumatori che li leggono. Il formato è abbastanza maturo per essere globalmente adottato, perché ha tutte le carte in regola per sincronizzare in un solo contenitore testo e audio, fruibile a seconda delle preferenze o necessità di ognuno.
Attualmente lo standard Daisy può essere fruito attraverso dei lettori specifici, spesso tramite l'utilizzo di CD, oppure attraverso alcune applicazioni dedicate. Ho provato ad acquistare, o comunque scaricare alcuni libri in questo formato, ma ho trovato una forte difficoltà. Ciò è legato al fatto che questi contenuti vengono attualmente messi a disposizione esclusivamente per il pubblico di non vedenti. In alcuni siti mi è capitato anche di vedere che per potersi iscrivere era necessario allegare una documentazione per certificare la propria disabilità. Come mai, a tuo avviso, esistono queste limitazioni? Sono necessarie? Cosa potrebbe aiutare a superarle?
In Italia Daisy non è un prodotto commerciale, come può essere per esempio Audible. Daisy è solo un formato di audiolibro timidamente adottato dai centri specializzati. Così come un libro cartaceo o un ePub, anche gli audiolibri sono soggetti a copyright. In passato le associazioni delle persone non vedenti hanno firmato un accordo di distribuzione di audiolibri o libri braille con l'Associazione Italiana Editori. Alle persone non vedenti viene concessa la fruizione gratuita di libri in braille, a caratteri ingranditi e di audiolibri. Inoltre, nel giugno 2013 a Marrakech in Marocco, l'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale ha sottoscritto un trattato internazionale che contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i testi destinati a persone con disabilità visiva: in audio, braille, a caratteri ingranditi o in versione elettronica. Tale beneficio si applica solo a favore delle persone con disabilità. In Italia, le persone non vedenti che vogliano fruire dei servizi devono certificare alle associazioni la propria disabilità visiva. In genere, gli audiolibri Daisy realizzati da questi enti sono costituiti solo dalla parte audio, quindi senza testo sincronizzato... perché sono conversioni di vecchie registrazioni a nastro, o perché è troppo dispendioso realizzare audiolibri Daisy con audio e testo sincronizzati (a meno che non si parli di letture realizzate tramite sintetizzatori vocali (così come sono i Daisy realizzati col mio software Biblos, dove testo e audio sono perfettamente sincronizzati). In Italia non c'è mai stato "mercato" per gli audiolibri Daisy, in genere formato poco utilizzato e poco diffuso. A parte il Trattato e gli accordi in corso in Italia, nell'ultimo decennio lo scenario è lentamente cambiato: oggi le persone non vedenti acquistano normalmente anche audiolibri o eBook, almeno coloro che sono più informatizzati. Grazie alle tecnologie di accesso vocale dei dispositivi mobili, le persone non vedenti utilizzano come tutti prodotti e servizi editoriali, sia nel mondo Android sia in quello iOS.
Uno degli attuali limiti degli audiolibri tradizionali, se così li possiamo definire, è il fatto di essere sostanzialmente un racconto lineare, eventualmente diviso in capitoli. Come già successo per altre tipologie di contenuti, abbiamo visto che la possibilità di interazione, o comunque di fruire un contenuto in maniera non lineare, rappresenta senza dubbio delle evoluzioni interessanti e a volte anche necessarie. Lo abbiamo visto con i moderni formati ePub e tutto il filone della narrativa e fiction interattiva, come ad esempio i recenti film interattivi proposti da Netflix. In questo senso il formato Daisy potrebbe rappresentare una soluzione già pronta per permettere al contenuto audiolibro questo salto tecnologico?
Daisy è un consorzio che collabora attivamente anche allo sviluppo del formato ePub. Come si nota dall'"evoluzione" di Daisy, il Consorzio in questi anni ha dedicato risorse e sforzi per includere le capacità di Daisy dentro ePub. EPub 3, in particolare la sezione denominata Media Overlay Documents 3.2 dà la capacità ad ePub di includere la tecnologia SMIL3 (Synchronized Multimedia Integration Language), già utilizzata in Daisy 3, al fine di sincronizzare testo e audio anche con ePub. Questa Unione amplia le possibilità di ePub e consente agli editori di pubblicare EPUB multimediali aventi testo e audio sincronizzato e, grazie a JavaScript perché no, testo interattivo. La sincronizzazione del testo e dell'audio con Media Overlays offre una maggiore accessibilità di ePub per tutti gli utenti che hanno difficoltà di lettura. La distanza tra libro audio e libro digitale si annulla, a favore di un unico formato capace di essere fruito da tutte le persone, indipendentemente dagli strumenti che utilizzano per leggerne i contenuti. Tuttavia, avere un formato che permetta tutto ciò non risolve il "problema", perché il punto fragile ad oggi rimane quello degli strumenti di produzione, da un lato, e fruizione, dall'altro, di questa nuova generazione di libri elettronici.
Qual è la sua opinione e la sua idea sullo sviluppo del settore degli audiolibri? Immagina che si arriverà ad una convergenza a livello di standard e di formati o ritiene che continuerà a rimanere una differenza per le diverse tipologie di pubblico?
Sicuramente ci sarà una convergenza di formati, è la strada già aperta da Daisy+ePub. Tuttavia, in assenza di strumenti di produzione e di fruizione che permettano di rendere più amichevoli questi eBook, è difficile per un editore adottare questo formato. Invece è comprensibile la scelta di produrre supporti separati per lo stesso libro, perché gli strumenti di creazione e fruizione sono già presenti e ampiamente rodati. Sarebbe ora compito degli "informatici" sviluppare soluzioni che utilizzino al meglio un formato universale come ePub. Se oggi avessimo gli opportuni strumenti, domani negli eBook store potremmo trovare libri accessibili a tutte le persone, indipendentemente dalle loro modalità preferite di lettura.
Un ultima domanda su uno scenario più ampio. Ivan Venturi, uno dei più importanti autori di videogiochi italiano, che, tra i tanti progetti da lui portati avanti, con l'associazione Svilupparty ha dato vita al filone degli "audiogame", ovvero dei videogiochi interamente ed esclusivamente fruibili attraverso l'audio. Anche in quel caso il progetto è stato indirizzato ad un pubblico di persone con disabilità visive. Allo stesso tempo stiamo assistendo al grande sviluppo dei dispositivi a controllo vocale, spesso anche usati anche per finalità ludiche. Pensa che il mercato dell'intrattenimento basato sull'audio possa diventare effettivamente interessante ad un pubblico più ampio o ritiene che sia legato principalmente a chi ha difficoltà di fruire di contenuti visivi?
Ivan sta facendo un lavoro immenso per gli audiogiochi, donando ad essi una qualità che non si era mai avuta. Il sentimento delle persone non vedenti però è quello di guardare il mondo videoludico globale restando alla finestra, senza poterlo fruire appieno. Notizia degli ultimi mesi è quella di due videogiochi per il grande pubblico, resi sin da subito accessibili dai loro sviluppatori per le persone con disabilità visiva. Si tratta di Flight Simulator di Microsoft e di The Last of Us di Naughty Dog. Questi due prodotti mainstream hanno "entusiasmato" nel 2020 i non vedenti di tutto il mondo, pur rimanendo delle eccezioni migliorabili, perché nel nostro ambiente il design for all è molto sentito. Ciò che manca oggi alle persone non vedenti è la cultura videoludica, è un po' come se fossimo alla fine degli anni '70 inizi anni '80, quando, tra i primi arcade e i primi home computer, assistemmo alla costruzione delle fondamenta di quello che poi divenne uno dei più grandi mercati dell'intrattenimento mondiale. Oggi le dinamiche di allora non possono essere proiettate tout court nel piccolo mondo videoludico delle persone non vedenti, per vari motivi. In primis perché l'intrattenimento videoludico oggi è già costituito da tecnologie ed esperienze mature, mentre allora era un mondo vergine da costruire ed esplorare, ma in quegli anni mancava la sensibilità di fronte alle esigenze delle persone con disabilità. Oggi si può pensare all'integrazione - sin dalle fasi di progettazione - di modalità diverse di gioco, come voce e suoni, all'interno dei prodotti videoludici mainstream. Questo al fine di creare lentamente una cultura videoludica anche tra le persone con disabilità visiva, soprattutto tra i giovani (senza aspettarsi per questo da subito di raggiungere numeri importanti). Penso che oggi l'audio sia più importante di quanto fosse in passato. Lo vediamo nei prodotti mainstream, molto più curati, e negli assistenti vocali sempre più presenti nelle nostre vite, e ce ne renderemo meglio conto quando globalmente i nostri elettrodomestici diventeranno dispositivi IOT e la domotica entrerà a pieno nelle nostre case. Il settore degli audiolibri in Italia è meno presente degli altri paesi. Negli USA gli audiolibri sono un must per gli editori e gli autori più quotati. Si pensi alla possibilità che oggi si ha con Amazon Echo, con cui tutte le persone possono ascoltare audiolibri. Oggi la tecnologia consente di soddisfare le esigenze di tutti. Penso che domani il mondo dell'intrattenimento sarà fruibile in modo naturale da tutte le persone, indipendentemente dalle loro preferenze o necessità di fruizione, grazie alla commistione di diverse modalità di interazione.
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