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Fare Zona, apologia di un progetto
Fare Zona, apologia di un progetto
Massimo Pigliapoco
Director & Co-Founder
Zona Conce è ciò che un progetto dovrebbe essere, o meglio, posso affermare con certezza che rappresenta quello che ogni volta che abbiamo a che fare con un sistema d'identità o comunicazione integrata vorremmo che fosse.
Zona Conce nasce dalla convocazione a partecipare ad una gara. Ci piacciono le gare solo quando rappresentano un'occasione di crescita, e per esserlo devono esprimere onestà d'intenti e una reale possibilità di riconoscere il terreno di gioco. In questo caso, il terreno era consono al nostro modo di fare e i concorrenti di grande stimolo.
La condizione di crescita, però, non è una variabile data, ma è soggetta al contesto specifico. Devi poter collocare l'attività nel tempo e nello spazio, dove il tempo è la finestra temporale necessaria, mentre lo spazio è la possibilità di elevare un pensiero, così come una pratica, in maniera incrementale rispetto al solito. Non basta. La sfida è tale se condivisa, quindi chi compete lo fa con l'appoggio e la motivazione del suo gruppo di lavoro, mai per imposizione.
Zona Conce è uno di quei rari casi in cui tutti questi presupposti si verificarono insieme.
Ci dimentichiamo in fretta del come, quando ci concentriamo a celebrare il cosa. Credo che come si fanno le cose non solo condizioni in maniera indissolubile il risultato finale, ma sia una sorta di attivatore di energie e di intenti che non si esaurisce con la consegna e la messa in opera del progetto. Avremmo molto da imparare osservando quello che abbiamo fatto, mentre eravamo troppo intenti a farlo al meglio, in quella trance agonistica che non ti permette di riflettere troppo, ma attiva implicitamente la parte più istintiva del nostro essere umani ancora prima che professionisti o professionali.
Ricordo il momento in cui, dopo la prima stesura del progetto, ogni sua parte si assemblò in modo quasi esatto. Erano pezzi apparentemente slegati tra loro, eppure uniti da un filo sottile e così resistente da spostare macigni. La ricerca di senso, che per noi lega indissolubilmente ogni progetto alla sua possibilità di esistere nel mondo, aveva tracciato una rotta univoca e incontestabile.
Ricordo l’indagine di Sabrina sui casi studio dei luoghi della cultura, la relazione di Romina coi cittadini e di Sara con la sua famiglia Fabrianese, l’approfondimento storico di Eleonora e quello semantico di Giacomo. Ricordo il contributo spontaneo di Martina, Elisa e Antonio; quello di Alessandro, Luca e Martina sulla parte multimediale.
Ci dimenticammo il capitolato di gara per immaginare un progetto che fosse l'esatta rappresentazione dell'idea stessa di progetto, utile come solo un dispositivo che crea connessioni può essere, eppure con l'anima in fermento di chi ha il desiderio di fare nuove esperienze. Non ci rendemmo conto di quanto, giorno dopo giorno, tavola dopo tavola tutto ciò ci assomigliasse. Li chiamammo setacci, ispirandoci a Socrate. Eravamo noi.
Andai a presentare il progetto a Fabriano insieme a Romina. Non avevo troppe aspettative ma sentivo di dover rappresentare quanto fatto, con la fiducia di tutti e il senso di responsabilità che il ruolo ti impone. Ripensandoci non me ne importava nulla di vincere in quel momento, volevo solo essere la voce e il pensiero dei miei compagni di viaggio. Avevamo fatto qualcosa che ci aveva confermato di sentirci insieme, che ci rappresentava, come in altre occasioni era capitato ma con la sensazione di qualcosa di unico.
A distanza di tre anni dalla prima stesura, molte pratiche sviluppate in quel contesto le abbiamo messe a sistema e sono presenti nella nostra metodologia di lavoro, così come quello che maturò da lì in avanti ci permise altri incontri e uno sviluppo esponenziale di esperienze e senso di possibilità. Il progetto Zona Conce attrasse altri professionisti, come Barbara Ermeti e Marcello Smarrelli della Fondazione Ermanno Casoli, poi artisti e associazioni. Invitammo a contribuire Mirco, Maurizio e la parte tecnica e multimediale fu curata da Videoworks, l’allestimento insieme a Riccardo e Paolo. Questo progetto divenne rapidamente un luogo di incontro e il naturale sviluppo di molte relazioni che negli anni stavamo costruendo.
Zona Conce è un progetto realizzato per la Fondazione Carifac ed è presente nell’ADI Design Index 2022 come finalista al Compasso d’oro 2024 nella categoria “design per la comunicazione”.
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