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I professionisti in comunicazione sognano pecore elettriche?
I professionisti in comunicazione sognano pecore elettriche?
Come possiamo utilizzare al meglio le intelligenze artificiali nel marketing senza spaventarci (troppo) per il futuro?
Valentino Cinefra
Copywriter & PR
È arrivato il momento in cui le intelligenze artificiali si stanno realmente diffondendo a tutti i livelli e, se magari non dobbiamo iniziare a preoccuparci troppo per il mercato del lavoro, almeno dobbiamo farci qualche domanda.
L'utilizzo delle intelligenze artificiali (AI) nella comunicazione è in continua crescita. Le aziende stanno implementando sempre più spesso chatbot e assistenti virtuali per interagire con i clienti e rispondere alle loro domande, sia attraverso il customer service che attraverso i social media.
Gli assistenti virtuali sono in grado di rispondere alle domande degli utenti in modo rapido e preciso, aumentando l'efficienza del customer service e riducendo i tempi di attesa per gli utenti. Inoltre, possono essere utilizzati per fornire informazioni su prodotti e servizi, aiutare gli utenti a effettuare acquisti online e risolvere eventuali problemi.
Le chatbot possono essere utilizzate anche per promuovere prodotti e servizi, inviando messaggi personalizzati agli utenti in base alle loro preferenze e comportamenti. In questo modo, le aziende possono raggiungere i loro potenziali clienti in modo mirato e personalizzato.
Le AI possono anche essere utilizzate nella creazione di contenuti per i social media. Ad esempio, alcune aziende utilizzano il machine learning per generare post automaticamente, in base a determinati criteri. Questo permette di risparmiare tempo e di pubblicare contenuti in modo più frequente, aumentando la visibilità dell'azienda sui social media.
Inoltre, le AI possono essere utilizzate per analizzare i dati dei social media e fornire informazioni sui comportamenti e le preferenze degli utenti. Questo può essere molto utile per le aziende che vogliono comprendere meglio i loro clienti e adattare la loro comunicazione in modo più efficace.
E possono arrivare a scrivere anche dei testi più o meno complessi, come ha fatto ChatGPT con gli ultimi cinque paragrafi che avete appena letto.
Ora che lo sapete probabilmente avrete notato un lessico poco elegante, alcune ripetizioni utili solo a riprendere il filo del discorso e, in generale, l’assenza di un tocco umano, ma a prima vista è diventato davvero difficile distinguere un testo redatto da un chatbot come ChatGPT e un contenuto scritto da una persona in maniera… impersonale.
ChatGPT è solo uno degli ultimi esempi in termini di software basati sull’intelligenza artificiale, un chatbot nato e diffuso sul finire del 2022 con un potenziale già enorme e in grado di generare testi in pochissimi secondi.
Emblematico è il caso recente di Darren Hudson Hick, docente di filosofia alla Furman University ed esperto di copyright, che ha smascherato una sua studentessa e il suo tema sul “Paradosso del Terrore di Hume” (un teorema di psicologia), creato interamente con ChatGPT.
Il Prof. Hick ha raccontato la vicenda tramite i suoi canali social personali, spiegando come si è accorto della vera natura del testo: con un misto di competenza perché alcune parti del testo giravano in tondo su uno stesso discorso, insieme ad un tool messo a disposizione sempre dagli sviluppatori del chatbot per scoprire testi scritti tramite le IA ovvero GPT-2 Output Detector.
Questo apre ovviamente una serie di scenari notevoli riguardo l’utilizzo delle IA nel mondo del lavoro. Anche e soprattutto nel marketing dove, in verità, è da tempo che queste tecnologie sono impiegate in parti del processo lavorativo con l’AI Marketing.
Artificial Intelligence Marketing alla base della persuasione artificiale
L’AI Marketing utilizza tecnologie di intelligenza artificiale per prendere decisioni automatizzate basate sulla raccolta e sull'analisi dei dati e su ulteriori osservazioni del pubblico o delle tendenze economiche che possono influire sugli sforzi di marketing (fonte).
Basti pensare agli assistenti virtuali ad esempio, che permettono di rispondere alle esigenze dei clienti in qualsiasi momento, e non solo. Grazie agli algoritmi che li muovono sono in grado di analizzare i commenti dei clienti, anche nel tono della voce, per capire come rispondere e reagire di conseguenza. Quello che fanno anche assistenti come Siri di Apple o Alexa di Amazon del resto (a volte anche in modo epico, decisamente).
Il machine learning, il procedimento per cui gli algoritmi “imparano” dai comportamenti degli umani, è banalmente alla base del funzionamento degli annunci sponsorizzati sulle piattaforme pubblicitarie di Google o Meta. La stessa tecnologia rende possibile l’esistenza del sistema di raccomandazioni, dalla proposta di annunci sponsorizzati al prossimo contenuto da vedere su piattaforme come YouTube o Netflix, per esempio.
Il marketing stesso, per come è strutturato e pensato oggi, non funzionerebbe allo stesso modo senza l’esistenza dei Big Data, l’aggregatore di dati che viene gestito dall’intelligenza artificiale e che, a sua volta, se ne alimenta migliorando grazie al machine learning.
Ciò che possiamo constatare, quindi, è che sebbene il tema caldo del momento sia quello delle fredde intelligenze artificiali, in realtà è da tempo che la nostra vita come consumatori e professionisti è influenzata da questa tecnologia.
Quelle che stanno cambiando sono le potenzialità di questi strumenti, così come il fatto che stanno diventando sempre più democratiche.
Intelligenze artificiali: una rivoluzione industriale 4.0
L’avvento delle intelligenze artificiali sempre più evolute e semplici da utilizzare è inevitabilmente una rivoluzione industriale 4.0, che viaggia per altro ad una velocità ben più alta di qualsiasi altro avvicendamento tecnologico a cui abbiamo assistito finora.
Perché uno dei temi è inevitabilmente, come per tutte le rivoluzioni industriali, quello della sostituzione sul lavoro.
Un social media manager che impiega del tempo a preparare il post perfetto per i social, contro uno strumento che genera decine di post in qualche secondo. Il grafico che deve elaborare una cartella piena di foto, contro un’app che scontorna una foto con un click. Il videomaker che prepara il Reel del giorno, contro un sito che genera un videocorso a partire da un testo in pochi minuti.
Nel momento in cui scrivo questo articolo, che potrebbe essere già vecchio nel momento in cui lo leggerete, è impossibile prevedere cosa succederà realmente sul mercato del lavoro. Ma è senz’altro l’argomento su cui molti si stanno interrogando perché non è un problema di “se”, ma di “quando”, “quanto” e “come”.
Strumenti come i generatori di immagini Midjourney e Dall-E, per esempio, sono diventati centrali nell’annosa discussione sul copyright. Nel generare i loro risultati, infatti, vanno a pescare nello sconfinato database di artisti di tutto il mondo senza accreditare il lavoro originale come “ispirazione” per la banca dati dei software.
Una questione complicata su cui giornalmente si dibatte, di cui ha fatto un’analisi molto stratificata l’artista romano LRNZ, nel manifesto “Click to imagine” che vi consigliamo di recuperare.
Intelligenze artificiali nel marketing: alcuni strumenti utili
Per rimanere nel nostro ambito, una certezza è che le app di intelligenza artificiale sono inevitabilmente un supporto utilissimo per il lavoro di un professionista della comunicazione.
Ci sono già degli strumenti che permettono di aiutare la creatività, eliminare il tempo perso in lavori tediosi e, in generale, concentrare la materia grigia umana su stile, empatia e tono, invece che su numeri e dati, per ottimizzare i tempi e i risultati di creazione e promozione dei contenuti.
Alcuni sono decisamente da tenere d’occhio (dai suggerimenti di Neil Patel), tra i più semplici da utilizzare nel lavoro quotidiano:
Copy.ai
Permette di generare in pochi secondi migliaia di testi, a partire da un piccolo testo riassuntivo. Per trovare la quadra di un titolo per un articolo o la descrizione di un prodotto, uno strumento perfetto per creare contenuti in maniera veloce o fare un brainstorming personale.
Beautiful.ai
Se preparare una presentazione, per uso interno o esterno, è un incubo, con questo strumento avrete la possibilità di generarne una in automatico. In pochi secondi le immagini scelte si adatteranno al contenuto dei testi creando una presentazione completa.
Profile Pic Maker
Capita spesso di dover creare delle foto profilo, per sé stessi o per un gruppo di professionisti. Che dobbiate preparare la pagina “team” della vostra startup, il gruppo di lavoro di un Kickstarter, o semplicemente creare la vostra ennesima foto per un documento, questo strumento rimuove lo sfondo con un click e vi permette di personalizzarlo con temi e colori vari (come per la mia immagine che trovate in cima all’articolo).
Brandmark
Questo strumento permette di creare una varietà di loghi in maniera automatica sulla base di un set di preferenze. Selezionando il nome del brand, un eventuale payoff, colori e stili, il tool consente di creare una pletora di soluzioni con un click e acquistare quella selezionata. Anche solamente utilizzando le anteprime delle immagini si tratta di uno strumento per creare una sorta di moodboard per un progetto, oppure un brainstorming interno.
Oribi
Se avete bisogno di tracciare gli eventi che accadono all’interno di un sito, questo strumento monitora le attività e suggerisce come migliorare le performance della vostra piattaforma web con un’analisi da parte delle IA. Di recente è anche entrato nel gruppo di LinkedIn, e verrà proposto come strumento agli inserzionisti del social network.
Synthesia
Un robot mostrato come una persona reale riesce a parlare in modalità speaker, con un effetto quasi realistico, sincronizzando il movimento delle labbra con un testo che viene inserito come prompt di questo software. Per creare un video da zero in pochi secondi, come loop da mettere su un sito, un breve video tutorial e tanto altro.
Unscreen
Il video editing diventa una faccenda meno complessa con questo strumento, che rimuove gratuitamente lo sfondo da un video. Si può quindi elaborare un filmato anche complesso senza il bisogno di impiegare un chroma key o un green screen, quindi abbattendo tempi e costi di produzione.
L’empatia 4.0
Dato per assodato che le intelligenze artificiali sono qui per rimanere e che le loro potenzialità sono ancora perlopiù poco espresse o inespresse, è utile iniziare a capire quale sarà il ruolo dei professionisti della comunicazione nello scenario futuro del lavoro.
Al momento solo il 20% delle aziende italiane utilizza attivamente le intelligenze artificiali, ma il 75% delle stesse dichiara di riconoscerne le potenzialità per il marketing e la comunicazione (fonte). Questo significa che il tema delle IA sarà sempre più centrale per le aziende, tanto che iniziano ad emergere anche i primi corsi di formazione sul tema.
È innegabile che alcune professioni andranno a ridimensionare la loro presenza fino a scomparire, probabilmente. Altre si trasformeranno ed altre ancora svilupperanno delle competenze inedite proprio relative alle intelligenze artificiali.
Gli strumenti di cui abbiamo parlato non possono capire, ad esempio, l’importanza fondamentale di fare le domande giuste nel giusto contesto, né quanto le relazioni tra esseri umani siano fondamentali per la crescita personale e professionale.
Perché alla fine le IA avranno sempre bisogno dell’intervento umano per poter funzionare: l’empatia.
Il machine learning avviene attraverso l'intervento umano e, per lo stesso motivo, le persone saranno sempre fondamentali nelle operazioni di marketing. L'intervento umano è necessario per capire i bisogni di un cliente, sfruttare i punti di forza dei membri di un team, capire quando e come avviare dei percorsi di formazione per migliorare le proprie specializzazioni verticali.
Oppure, chissà, forse i marketer del futuro ogni tanto sogneranno davvero le pecore elettriche di Philip K. Dick.
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