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S Y M B A L L O
S Y M B A L L O
Valerio Giacono
Artista
www.valeriogiacone.com
Valerio Giacone, ci racconti il tuo percorso e di cosa si nutre la tua ricerca artistica?
Mi chiamo Valerio Giacone e, oggi, la mia vita è interamente dedicata alla creazione artistica, nella ricerca personale, sociale, terapeutica e oltre. Sono fortemente interessato alla conoscenza e all’evoluzione dell’essere umano e mi impegno da sempre a favorire la fioritura delle capacità che ognuno porta in sé, quale essere unico e irripetibile, scrigno ricolmo di capacità divine. Ho impiegato un pò di tempo per convincermi quanto l’arte fosse necessaria nel cammino che compio da 44 anni circa. Son dovuto passare per una laurea in economia e anni di lavoro nell’ambito della cooperazione internazionale per approdare finalmente alla definitiva scelta del linguaggio artistico quale centro di interesse e studio. Partito con il fumetto e approdato alla pittura, espongo regolarmente in Italia e all’estero. Amo misurarmi con la materia, masticarla, vederla assumere forme e densità diverse, accordarmi all’essenza che la anima. Una buona fetta di ricerca comprende l’utilizzo dello strumento creativo nella cura di ogni fragilità. So benissimo come ha agito e come agisce l’arte in me, conosco quanta forza possiede questo strumento di trasformazione profonda. Infine, volendo disegnarmi, traccerei delle mani in movimento. Mani indaffarate, abili nei gesti, mani che sentono, sfiorano, affondano, mani sapienti, a conoscenza di un saper fare che ancora non conosco.
Hai intitolato il tuo flipbook SYMBALLO, un termine di non immediata comprensione! Da dove nasce questa scelta?
L'idea del soggetto scelto per il flipbook è seguita ad una ricerca su uno dei primi simboli realizzati in filigrana nelle cartiere di Fabriano: una croce a cinque grani. Questo simbolo ha evocato in me la vicinanza, grafica e concettuale, al seme. Da qui la partenza. Il titolo del lavoro, come sempre accade, è arrivata al termine del processo creativo. SYMBALLO, in greco, significa "mettere insieme". Ci rimanda a quello spazio dove cielo e terra si toccano sino a creare una lieve frattura, uno spiraglio di luce necessario a nutrire il germe dell'intuizione. Da SYMBALLO risaliamo a SYMBOLON che, sempre in greco, viene tradotto "segno". Per giungere infine al SYMBOLUM latino, simbolo, manifestazione immanente dello spirituale, idea che si incarna, intuizione che si fa materia. Ho lavorato usando tutti quegli strumenti che mi consentissero di materizzare l'immagine fino a farne percepire la densità e le proprietà di ogni elemento, dal più soffice al più compatto e salino. Dunque oli, cere, gessi, strumenti da incisione, graffiti e un supporto in carta che odorasse di telaio e artigianalità.
L’incontro con il formato Flipbook, poco noto in Italia e dunque poco frequentato in genere dagli artisti, è stato capace di offrirti nuovi stimoli?
La vittoria del bando FLIM arriva in un momento preciso della mia ricerca: mi piace chiamarlo "staticità che diviene". Nell'ultima mostra titolata UNO, realizzata presso la galleria FABER a Roma e da poco conclusa, è stata esposta, tra gli altri, l'opera VITA. Una sequenza di 30 disegni realizzati in grafite su legno a narrare una breve storia. L'immagine inizia a farsi movimento. In ogni creazione è di fondamentale importanza il processo che diviene. Il processo mi parla. Il flipbook, libricino di immagini in sequenza, è processo, è continua trasformazione, effettivamente è vita. L'animazione è uno strumento che consente di giocare a creare la vita, intesa come somma di infiniti statici passaggi. Non nascondo le difficoltà nel misurarmi con la ripetizione, il ritmo, la leggibilità della narrazione, la scelta dei frame. E non posso nascondere quel sano stupore che si prova nell'aver dato vita al movimento. Questa è la più grande magia dell'animazione. Come far vivere ciò che, solo apparentemente, sembra morto. Frankenstein insegna...
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