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Lego e Brand. Perché utilizzare i mattoncini per costruire un sistema di comunicazione.
Lego e Brand.
Perché utilizzare i mattoncini per costruire un sistema di comunicazione.
Martina Brunetti
Marketing e Formazione
Qualche tempo fa abbiamo pubblicato una nota intitolata La creatività è una cosa seria, nella quale abbiamo provato a raccontare la metodologia Lego Serious Play, che oggi utilizziamo molto spesso e che nel corso del tempo abbiamo trasformato e adattato al nostro metodo di lavoro.
Questa metodologia si sposa bene con alcuni dei nostri più importanti valori perché permette di entrare in contatto molto stretto con le persone e di approfondire nel dettaglio i progetti. Quindi la co-creazione, l’analisi, lo sviluppo attraverso la creatività e la gestione di progetti di ampio respiro che crescono e si evolvono nel corso degli anni. A noi piace lavorare così.
L’aspetto ancora più interessante di questa metodologia riguarda il suo essere metodo pratico. Proviamo a raccontarvela condividendo la nostra esperienza su un caso studio che ci ha appassionato molto e che riguarda uno dei nostri clienti: Self Globe.
In piena pandemia, infatti, siamo stati contattati dall’azienda perché il titolare e la responsabile marketing avevano bisogno di un supporto per l’elaborazione di una strategia di comunicazione. Analizzando il loro caso ci siamo subito accorti di quanto fosse alto il loro potenziale e di quanto la loro identità non esprimesse a pieno i valori di cui avrebbe dovuto farsi portavoce. Quindi abbiamo proposto di fare un passo indietro e di ragionare sul brand prima di mettere le mani in pasta nella strategia. E proprio il concetto di mettere le mani in pasta ci ha suggerito di applicare la metodologia LSP al loro progetto.
Le Mani sanno cose che la mente non sa di sapere
Perché? Semplice: la metodologia Lego Serious Play lavora sul rapporto che c’è tra la gestualità della mano e il pensiero della mente e deriva da un presupposto scientifico sviluppato da Paul MacLean.
Nella descrizione dello sviluppo del sistema nervoso umano il medico e neuroscienziato statunitense definisce tre cervelli:
- Il Cervello rettiliano, ossia il tronco encefalico, si chiama così perché il suo aspetto è simile a quello di un rettile e rappresenta la parte più antica del cervello, la sede degli istinti primari legata all’inconscio.
- Il Cervello mammifero, ossia il sistema limbico, è invece sede delle emozioni ed è deputato alla comunicazione, agli affetti, alla cooperazione e alla collaborazione.
- la Mente o Ragione, e quindi la neocorteccia, è la sede del linguaggio e racchiude tutte le informazioni cognitive e razionali della mente e del pensiero.
Quando utilizziamo i sensi, i tre cervelli vengono coinvolti e allora mentre parliamo esprimiamo il nostro ragionamento razionale; mentre osserviamo proviamo emozioni e mentre utilizziamo le mani accendiamo il nostro sistema nervoso.
Le mani in pasta e lo sviluppo del progetto
Ok, mettiamo per un attimo da parte la teoria. Al lato pratico è successo questo: la squadra di Self Globe ha dedicato un’intera giornata al nostro workshop e noi abbiamo chiesto al coach Lorenzo Massacci di accompagnarci nell’utilizzo di questa metodologia con l’obiettivo di sviluppare un nuovo sistema di identità per l’azienda.
Ora vi chiederete, come siamo arrivati a sviluppare questo progetto partendo dai mattoncini Lego? Prima di tutto dovete sapere che la metodologia è stata pensata dal CEO della Lego, il quale voleva ovviare al problema delle riunioni 80/20 e raggiungere l’obiettivo di partecipare sempre e solo riunioni 100/100.
L’amministratore delegato, infatti, aveva notato che, nelle riunioni a cui partecipava, l’80% del contenuto veniva portato dal 20% dei partecipanti. Giustamente, diceva, se coinvolgo delle persone in una riunione è perché voglio che ognuno di loro contribuisca attivamente con contenuti di valore. Il sistema che trovò per creare riunioni 100/100 coinvolgeva il prodotto principale dell’azienda: i mattoncini Lego.
Il coach propone una domanda al gruppo, ogni partecipante costruisce un modello per rispondere alla domanda e lo fa in un tempo determinato. Al termine del tempo prestabilito, ogni partecipante racconta il suo modello al resto del gruppo. In questo modo ogni partecipante porta il proprio contributo alla conversazione e, soprattutto, aggiunge un punto di vista personale e professionale a quanto si sta chiedendo.
I risultati dell’esercizio
6 mattoncini Lego possono combinarsi in 102 milioni di combinazioni diverse, non a caso la pubblicità della Lego diceva "infiniti modi di giocare". Questo esercizio di apertura pone il gruppo di fronte a una prima riflessione importante: pur avendo tutti lo stesso obiettivo e gli stessi pezzi, ogni partecipante ha costruito una torre diversa dalle altre.
Questo perché:
- esistono infinite possibilità di rappresentazione, non c’è un modo giusto o un modo sbagliato di fare una buona comunicazione, ma c’è un modo che sicuramente rappresenta l’azienda, la sua identità e le persone che ne fanno parte, senza sovrastrutture e senza imposizioni da parte dell’agenzia;
- ognuno applica il proprio punto di vista, e questo punto di vista non sarà mai uguale a quello di qualcun altro.
Ricapitolando, la metodologia funziona così:
- domanda: il facilitatore lancia una sfida;
- risposta divergente: tutti i partecipanti, individualmente, costruiscono la risposta dando un significato al modello;
- risposta convergente: tutti i partecipanti, uno per volta, raccontano ciò che hanno costruito (e quindi il proprio punto di vista);
- messa a terra: spazio alle riflessioni e alle domande sul racconto proposto.
Professionisti in comunicazione
Questo esercizio che, per Self Globe, ha impiegato 11 persone per 8 ore, ci ha permesso di raccogliere un patrimonio inestimabile di informazioni circa i loro valori, circa le loro attività lavorative, la loro mission, la visione generale e tantissimi altri contenuti che in un processo normale di definizione strategica avrebbe richiesto un impegno, probabilmente, di settimane.
La Metodologia Lego Serious Play, invece, ha creato un ottimo clima di collaborazione e ci ha fornito tutti i presupposti per sviluppare tutto ciò che abbiamo provato a descrivere nel progetto pubblicato sul nostro sito. Per saperne di più basta cliccare qui.
Per le aziende interessate a sperimentare la metodologia, basta inviare una mail di richiesta alla nostra responsabile marketing, Martina Brunetti, all’indirizzo marketing@tonidigrigio.it
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